martedì 22 aprile 2008

La scrittura letteraria nell'era di Second life




Second Life è una grande narrazione, in cui parole e immagini si rincorrono in sequenze imprevedibili. Azzurra Collas/Lorenza Colicigno ha aperto in SL il suo laboratorio di scrittura creativa per analizzarne il linguaggio e offrire il suo contributo di esperienza letteraria e di forte motivazione alla sperimentazione alla SL community. Il lab di "Parola di Donna" è aperto da tre settimane e già conta numerosi iscritti, le foto non possono restituire l'atmosfera che si crea ogni sera, scrivendo testi liberi e leggendoli per commentarli e ricavarne un'immagine, un'espressione, magari una sola parola da portar via per arricchire il proprio patrimonio espressivo. Dal suo lab Azzurra Collas ha lanciato l'idea di un romanzo collettivo, quasi una staffetta narrativa da land a land, che ha l'attenzione di Bruce Sterling. Un'esperienza da non perdere, secondo Azzurra Collas. Siete tutti invitati a partecipare, purché siate avatars e amiate la scrittura.

lunedì 21 aprile 2008

"Santamadonna degli sbaraccati"


Dialogo/monologo

Un atto unico scritto da Mariano Lizzadro ed interpretato da Mauro Savino ed Angela Covucci.Un atto d'accusa ed una presa di posizione contro ogni forma di razzismo, una "sorta" di apologo contro molti dei luoghi comuni dell’ intolleranza.

In collaborazione con
tragittisonori.com/Sacco&Vanzetti
Lucio Corvino
Ass.Cartoons/Gielle/Silvio Giordano
Tonia Bruno

Sala Mensa Istituto Comprensivo G.Falcone -Bella (PZ)
25 aprile 2008 /ore 20.00/ingresso libero

giovedì 17 aprile 2008

Phos/Luce-"Riflessi della Cultura Bizantina dal Mediterraneo"

Il progetto ByHeriNet, Network del Patrimonio Bizantino, Programma Interreg III B Archimed, permette a Basilicata, Puglia, Atene, Creta e Cipro di presentare, per la prima volta insieme, i Tesori della Cultura Bizantina. La Luce, PHOS, principio assoluto dell'Arte Bizantina, è idealizzata anche nel titolo dell'Evento e costituisce l'essenza del viaggio alla scoperta di un patrimonio unico al mondo che attraverso postazioni multimediali e videoarte stupirà non solo gli occhi ma anche i cuori dei visitatori.
L'evento è stato realizzato dall'Ufficio Turismo del Dipartimento Attività Produttive della Regione Basilicata e dall'Ufficio Stampa della Giunta regionale, con la collaborazione dell'Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del CNR e degli altri Partners di Progetto che sono la Provincia di Lecce, la Prefettura di Rethimno - Creta, l'Università di Atene e l'Università di Cipro. L'allestimento, con postazioni multimediali e percorsi tematici, della Chiesa di S. Nicola dei Greci verrà eseguito dal Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano e dalla Cooperativa Artezeta di Matera-Videoartist/Silvio Giordano

Sarà inaugurato sabato 19 aprile, alle ore 17,30 nella suggestiva cornice del complesso rupestre di S. Nicola dei Greci a Matera, l'Evento "Phos - Luce. Riflessi della Cultura Bizantina dal Mediterraneo"

mercoledì 9 aprile 2008

Percorso fotografico della mostra “Se queste mura potessero parlare”

Henri Ollivier

Cymbalaria, Centrantus et autres étoiles…

‘’Se queste mura potessero parlare'' ci racconterebbero della passione di Federico II per l'astronomia e della polvere di stelle che si deposita in fondo alla cisterna del Castello.

Cymbalaria è certamente una costellazione vicina alla Lira, Centrantus ruber probabilmente una ‘’nana rossa‘' e Bellis perenis, senza dubbio un'altra stella del Pastore.

Quattro colonne concave in zinco celano i nomi latini di queste piante che abitano i muri dimenticati come se tratteggiassero una mappa di stelle, affiancate ad uno specchio d'acqua circolare diviene oggetto di scambio tra gli artisti dell'esposizione. Ciò che mi affascina in esse è che ci inducono ad osservare il suolo con grande intensità, così come ad alzare gli occhi per scoprirle nei posti più improbabili.


Henri Olivier
Cymbalaria, Centranthus et autres étoiles… , 2008

Installazione site specific
3 Colonne di zinco ossidato
h. 600 x 26 x 12
Specchio d’acqua,Zinco e bitume

Diametro 4 m.

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Elisa Laraia

“Intimacy”

Da una delle possibili etimologie della Cymbalaria, il rullo di un tamburo accompagnato dalla mia voce accoglie il visitatore all’ingresso principale del Castello, la figura del fruitore, dunque, viene collocata al centro dell’opera infatti i fruitori potranno prendere nelle loro mani piccoli specchi per specchiarsi in maniera intima e dare poi il via agli incroci con la superficie d’acqua dell’opera di Henri Olivier e con le altre opere, fino al grande specchio che riflette una lama a forma di uncino che reinventa il pistillo della Cymballaria.

Gli specchi riflettono, dunque, le prospettive visive del castello, ribaltandone l’interno all’esterno e viceversa, e i frammenti delle altre opere esposte, con l’obiettivo di creare mille tensioni in un universo di scambi, nel quale trovare la possibilità di osservarsi e di comunicare.


Elisa Laraia
Intimacy, 2008
Installazione site specific
1 Specchio 240x105 cm,
Lampadine
Impianto elettrico
5 specchi 30x20 cm
Scultura in ferro,
200x100 cm
Intervento sonoro in esterno Antonello Bellini ed Elisa Laraia
5 minuti percussioni e voce

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Alessandra Montanari

Ephemeral wall

Le memorie sono labili, si sgretolano nel tempo, si sfaldano e si disfano fino a che ne rimangono solo tracce, frammenti.

Nascono da piccoli indizi: una mano che sfiora e che accarezza, un sussurro, una risata, un pianto, un grido, un colpo, uno scoppio… piano piano crescono, diventando edifici della nostra conoscenza, pietra dopo pietra, ricordo dopo ricordo, s’innalzano.

Crescono e al tempo stesso cominciano a consumarsi, a perdere consistenza.

Si creano crepe nella struttura, che diventano sempre più profonde, qualche parte crolla, mentre altre continuano a crescere.

Sono organiche, seguono un proprio ciclo di vita e di morte.

Anche se a un certo punto tutto sempra scomparso per sempre, rimane qualcosa di quella struttura di ricordi, alcuni piccoli frammenti, che, come semi sono pronti a dar vita a nuove costruzioni, a nuove memorie.


Alessandra Montanari
Ephemeral wall, 2008
Installazione Site-specific
performance

mattoni gelatinosi di agar-agar su supporti in plexiglas, specie vegetali.

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Silvio Giordano
Green Day

“Green Day” nasce dai suggerimenti di G. Sermonti, contenuti nel testo “Le Fiabe dei Fiori”, secondo cui il termine Cymbalaria deriverebbe dal greco kymbè, che significa barca. Per tale motivo è diventata simbolo di pianta psicopompa evocando al contempo l’allegoria dell’accompagnamento delle anime dei morti nell’aldilà.

L’installazione si presenta come una grande effervescenza nera che fuoriesce dalla terra. L’involucro misterioso assume le sembianze di un bio-organismo da cui sbucano grumi di teschi privati di denti e di mascelle privi di aggressività e ferocia. La scultura rappresenta simbolicamente il rigetto da parte della terra di qualcosa di oscuro nascosto nelle viscere dello spirito dell’uomo. L’ammasso putrescente rappresenta anche il petrolio estratto dalla terra di Basilicata. L’oro nero che può portare ricchezza, ma rischia di creare un paesaggio decadente e vuoto.


Silvio Giordano
Green Day, 2008
Installazione site specific
poliuretano espanso rigido,
dimensioni variabili

da 170x170x100 cm

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Claudia Gambadoro

Inner landscape

Se queste mura potessero parlare racconterebbero storie senza fine.

Storie che si tramandano nei secoli, racconti da genitori a figli.

Immagino la Cymbalaria che si nutre dell’humus della memoria, la sua procreazione finalizzata al racconto; la immagino entrare negli interstizi, rubare segreti e farne linfa per rinascere. Entrare ed uscire dalle mura per nutrirsi di vita altrui.

Cymbalaria muralis: segreti custoditi gelosamente dentro un calice, nascosti in un muro, riportati alla luce in un nuovo essere, dentro un nuovo calice… calice che raccoglie memorie. Inner landscape è una “stanza segreta” in cui ancora possiamo assaporare i ricordi di quei gran banchetti di corte che ogni sera, all’imbrunire, chiudevano il giorno. Il calice diventa un modulo, mattone che innalza pareti esso stesso custode di storie. 365 calici per ogni giorno vissuto, i calici contengono semi, rumori del passato riecheggiano da dentro.. Una nostalgica principessa ancora vaga tra le mura del castello, alla ricerca della vita perduta…


Claudia Gambadoro
Inner landscape, 2008
installazione site specific
365 bicchieri, semi
installazione sonora

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Marco Di Giovanni

Autoritratto rampicante

Durante la durata dell´inaugurazione resto seduto (rampicato) sullo spessore delle mura su cui affaccia la finestrina gotica. Sono scalzo e cavi elettrici mi escono dai jeans (segno del rampicare). Uno dei cavi finisce dentro un mio vecchio sdrucito giubbotto di pelle e poi dentro i miei anfibi (unica calzatura indossata nell´ultimo anno), l´altro va alla presa elettrica piú vicina agli oggetti. Il giubbotto è vuoto eccetto che per la "panza"; da una rottura della zip si vede all´interno della terra, ma sembra al di sotto del livello del suolo su cui si sta camminando. Uno degli anfibi è riempito di terra, nell´altro c´è una visione "olografica" di un pianeta terra lontano (origine del rampicante).


Marco Di Giovanni
Autoritratto rampicante, 2008
Installazione site specific
Performance
cavi elettrici, anfibi militari, giubbotto di pelle, lenti d´ingrandimento, terra, lampadine.
Dimensione ambiente






"Se queste mura potessero parlare" è anche su Second Life

mercoledì 2 aprile 2008

“Se queste mura potessero parlare”

  • Mostra internazionale di arte contemporanea
  • “If these walls could speak”
  • “Se queste mura potessero parlare”


Cymbalaria muralis P. Gaertn. et al.
Opening:
Sabato 5 Aprile 2008 h. 18 :30 ( saranno presenti la critica d’arte e gli artisti)
Closing party: 30 Aprile 2008 h. 21:00
Location: Castello di Lagopesole, Avigliano, PZ
Artisti: Henri Olivier, Elisa Laraia, Alessandra Montanari, Claudia Gambadoro, Silvio Giordano, Marco Di Giovanni
Testo critico: Antonella Marino
A cura di: Orfeo Hotel contemporary art project
Organizzazione: Lucanianet
Durata:: 5-30 aprile 2008
Info: Tel. 097.1629359

Il progetto If these walls could speak è frutto della consueta linea di ricerca dell’ Orfeo Hotel contemporary art project che mira a creare un dialogo e un confronto di volta in volta su tematiche diverse tra artisti europei chiamati a creare un’opera ad hoc, tematiche spesso suggerite dalle location delle esposizioni, come nel caso del suggestivo Castello di Lagopesole. La riflessione sul trascorrere del tempo, sul suono inteso come racconto della memoria antica e contemporanea, ci viene suggerita dalla Cymbalaria muralis, affascinante pianta che contamina le antiche mura di palazzi, castelli, fortificazioni, che nascondono in sé la storia che le ha sfiorate, penetrate e consumate. Questa tenace pianta colonizzatrice, insinuandosi negli interstizi tra una pietra e l’altra, si nutre e raccoglie i segreti che gelosamente essi conservano. La scelta della Cymbalaria muralis come pretesto da cui partire, viene sicuramente dalle ricerche di tutti gli artisti invitati che, per quanto utilizzino media diversi, sono concentrati sulla creazione del mondo dove la natura è soggetto o sfondo ma piena di contributo creativo. Così la realizzazione delle opere site specific nasce dallo studio delle caratteristiche e dalle suggestioni della Cymbalaria muralis:. Partendo da un approccio scientifico o affidandosi ad interpretazioni poetiche, ciascun artista ha modulato la sua ricerca creando un affascinante contesto all’interno del quale il fruitore non è solo chiamato a confrontarsi con opere d’arte contemporanea, ma ha un compito affidatogli da ogni artista: quello di viaggiare all’interno di un percorso e di ascoltare con attenzione la propria storia e la storia del castello.


Il percorso della mostra, lucidamente descritto nel testo critico di Antonella Marino, parte dall’intervento sonoro dell’opera Intimacy di Elisa Laraia che accoglie il fruitore all’ingresso del Castello: la centralità del fruitore è, infatti, base di tutta l’esposizione. La mostra si concentra nella Sala dell’Imperatrice, dove gli interventi degli artisti ruotano intorno allo specchio d’acqua “luogo di scambio”, parte dell’opera Cymbalaria, Centrantus et autres étoiles… di Henri Olivier, che al centro della sala viene contaminato da Ephemeral wall, muro di agar-agar di Alessandra Montanari. La stessa superficie rispecchia la finestra della sala, a 15 metri di altezza, da cui parte la performance di Marco Di Giovanni Autoritratto rampicante, per arrivare fino al pavimento e regalarci immagini di terra da fruire attraverso le lenti deformanti caratteristiche della ricerca dell’artista. Claudia Gambadoro con Inner landscape costruisce invece con 365 calici una stanza immaginaria memore dei grandi banchetti di corte che ogni sera, all’imbrunire, chiudevano il giorno. Mentre l’installazione Green Day di Silvio Giordano, si presenta nella sala come una grande effervescenza nera che fuoriesce dalla terra. L’involucro misterioso assume le sembianze di un bio-organismo da cui sbucano grumi di teschi, che, privati di denti e mascelle, appaiono privi di aggressività e ferocia.

La documentazione della mostra sarà anche su Second life dal 6 Aprile 2008
Address : Post Utopia 160, 150, 26

Contatti:

Lucanianet.it
www.lucanianet.it
info@lucanianet.it
Tel. 0971629359

Orfeo hotel contemporary art project
www.orfeohotel.com

infoart@orfeohotel.com
cell.00393389599361

http://www.lucanianet.it/sqmpp/